Dalla tavola
‍della mia memoria

1992

Regia: Orazio Costa Giovangigli

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Testo tratto da:
"Ars Una. L’insegnamento del metodo mimico dopo Orazio Costa"
di Laura Piazza

L’ultimo importante momento di formazione diretto da Orazio Costa Giovangigli si svolge in occasione di un inaspettato ritorno del regista come docente all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, dal Gennaio del 1991 e l’Agosto del 1992. Una classe di allievi, studiatamente selezionati in base alle attitudini mimiche dal direttore Luigi Maria Musati e da Andrea Camilleri, è guidata da Costa, otto ore al giorno per cinque giorni la settimana. Si tratta della più lunga esperienza di insegnamento della mimica condotta in modo esclusivo da Costa, il primo anno concentrata intorno allo studio di una sola battuta di Sigismondo de "La vita è sogno" e del poemetto "Il naufrago" di Pascoli (1) e, l’anno dopo, interamente dedicata all’Amleto di Shakespeare (2). Un percorso che ha avuto come esito la formazione di alcuni dei principali interpreti dell’attuale scena teatrale e cinematografica italiana (3) - sempre pronti a riconoscere al metodo mimico un ruolo centrale nella loro modalità interpretativa.

Note:
1. In proposito, Domenico Galasso, allievo in quel corso, dichiara: «nonostante la perplessità di qualcuno di noi sull’indugiare tanto su pochi versi, Costa riuscì a farci comprendere il privilegio di poter studiare senza limiti di tempo una sola piccola cosa, essendo contenti di avere ancora tanto da capire. Quello studio diventa il passe-partout per tutto il resto».
2. L’Amleto è stato una vera ossessione per Costa, nonostante non sia mai riuscito a metterlo in scena in una forma diversa da uno studio di allievi. Il regista lavorerà alla sua traduzione del dramma shakespeariano fino agli ultimi mesi di vita. 
3. Tra gli allievi: Alessio Boni, Pier Francesco Favino, Domenico Galasso, Fabrizio Gifuni, Luigi Lo Cascio, Sandra Toffolatti. Esito del corso sarà lo studio Dalla tavola della mia memoria. Esercitazioni su Amleto, che il regista tentò di distribuire ma che fu messo in scena, in forma di work in progress, unicamente al Teatro Antico di Taormina, nell’Agosto del 1992.

Foto

® Alessio Boni 2024